/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Incarichi a familiari in ente finanziato dalla Regione, arresti

Incarichi a familiari in ente finanziato dalla Regione, arresti

Accusati di peculato 2 dirigenti Sistema bibliotecario vibonese

VIBO VALENTIA, 21 maggio 2024, 09:58

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Due persone sono state arrestate e poste ai domiciliari per peculato e altre tre sono indagate per lo stesso reato e beni per 230mila euro sono stati sequestrati dal Nucleo di Polizia economico - finanziaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, insieme alla Sezione di pg della Guardia di finanza della Procura e alla Polizia locale nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia e condotta.
    Dalle indagini sarebbe emerso che due dirigenti del Sistema bibliotecario vibonese, un servizio pubblico locale gestito e finanziato dalla Regione Calabria, si sarebbero appropriati, nel tempo, di ingenti somme di denaro - pari all'importo sequestrato - destinandole, tra l'altro, a propri congiunti tramite conferimento diretto di incarichi in palese conflitto di interesse, eludendo le disposizioni in materia di accesso al pubblico impiego.
    In particolare, dagli accertamenti, secondo l'accusa, è emerso che, per lo svolgimento delle attività connesse alla realizzazione dei progetti a cui ha preso parte, l'ente si è avvalso, negli anni, oltre che del personale regolarmente assunto, anche di altri soggetti con contratti di lavoro autonomo conferiti attraverso lettere di incarico prive di ogni riferimento circa la tipologia di selezione utilizzata e nelle quali non si dava atto di aver reso pubblica la ricerca di personale in quello specifico settore. La pluralità di incarichi dal medesimo contenuto, "reiteratamente conferiti a familiari delle persone colpite da misura cautelare evidenzia, peraltro - rilevano gli investigatori - la sussistenza di esigenze non temporanee ed eccezionali, ma ordinarie e perduranti, rispetto alle quali l'amministrazione avrebbe dovuto trovare idonee soluzioni in termini di programmazione dei fabbisogni di personale, nonché di aggiornamento e formazione dei profili professionali interni".
    Dall'analisi della documentazione amministrativa è anche emerso che l'ente, nel corso degli anni, ha approvato bilanci senza sottoporli al vaglio di un apposito revisore dei conti, figura mai nominata. I bilanci, inoltre, secondo l'accusa, sono risultati essere "manipolati" con lo scopo di dare false informative economico-finanziarie, attraverso una rappresentazione fuorviante della situazione reale.
    Una gestione illecita, sostiene l'accusa, che ha portato al dissesto dell'ente che nel periodo oggetto di indagine ha maturato una situazione debitoria quantificata in circa 700.000 euro.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza